Lussazione della spalla i sintomi la diagnosi e riabilitazione

Lussazione della spalla

Lussazione della spalla

 

La spalla non è un’articolazione molto stabile, poichè la testa omerale è appoggiata ad una superficie verticale leggermente concava che però non ha alcuna capacità contenitiva. Ciò fa in modo che la spalla sia l’articolazione più mobile del nostro corpo. Essa però è spesso soggetta all’azione della gravità e la stabilità articolare è delegata a delle strutture molli durante tutto il movimento. A causa della conformazione di questi elementi la spalla si lussa maggiormente nella zona anteroinferiore.

La lussazione posteriore è poco frequente e più difficile da trattare.

Le lesioni in questo caso possono essere di diverso tipo, a secondo della forza del trauma. La spalla è protetta da strutture anatomiche stabilizzatrici, tra cui la cuffia dei rotari.

Questo tipo di lussazione può generare la rottura di numero strutture anatomiche, persino la rottura della testa dell’omero.

La patologia colpisce maggiormente gli uomini nella seconda o nella terza decade di vita.

 

Sintomi

I sintomi più diffusi sono ovviamente il dolore nella zona, la perdita della rotondità della spalla, incapacità di movimento, il braccio pende vicino al corpo.

 

Diagnosi

La diagnosi è diretta, poichè il danno è visibile a occhio nudo.  Tuttavia ci sono degli elementi che devono essere valutati, come: la sotria clinica della spalla, la presenza di una lassità diffusa a più articolazioni, la modalità e la frequenza.

È importante sottoporsi ad un esame radiologico prima di eseguire qualsiasi manovra di riduzione.

La visita che va fatta per reinserire l’articolazione al suo posto, comporta l’esecuzione, da parte del paziente, di movimenti e manovre che aiutano il medico a descrivere la lesione. È bene riversare attenzione alla resistenza muscolare di difesa che il paziente mette in atto in modo inconscio e che spesso ostacola  il completamento della visita.

 

Riabilitazione

Il braccio dopo aver effettuato una manovra di riduzione, deve essere immobilizzato tramite un bendaggio o un tutore, che può essere manenuto da una a quattro settimane, il che dipende dalla gravità della lussazione.  Dopo di ciò si può iniziare un’attività di mobilizzazione e rinforzo del muscolo sottoscapolare o di quello sottospinoso. È  basilare fare in modo di non incorrere nuovamente in questa situazione, ma se il problema persiste è consigliabile prendere in considerazione l’idea dell’intervento chirurgico.

Negli ultimi vent’anni le tecniche operatorie sono migliorate in modo da rendere preciso l’intervento.

Ad esempio l’intervento in artroscopia, che permette di accedere all’articolazione mediante delle piccole incisioni, ha portato molti miglioramenti,  poichè fa in modo di non incidere direttamente sui muscoli e di rendere più precisa la riparazione.